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Violazioni dei diritti umani in Brasile, Marocco e Nagorno-Karabakh

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.

Giovedì il Parlamento europeo ha adottato tre risoluzioni contro le violazioni dei diritti umani in Brasile, Marocco e Nagorno-Karabakh.

L’assalto alle istituzioni democratiche brasiliane

Il Parlamento esprime solidarietà al presidente democraticamente eletto Lula Da Silva, al suo governo e alle istituzioni brasiliane e condanna con la massima fermezza le azioni criminali perpetrate dai sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro, esortandoli ad accettare l’esito democratico delle elezioni.

I deputati accolgono con favore gli sforzi per garantire un’indagine tempestiva e imparziale per identificare e perseguire le persone coinvolte, gli istigatori e le istituzioni statali che non hanno agito per prevenire gli attacchi.

Sottolineano una recente decisione presa dalla Corte Suprema di approvare la richiesta dei pubblici ministeri federali di indagare sull’ex presidente Bolsonaro mentre “può aver contribuito, in maniera molto rilevante, al verificarsi di atti criminali e terroristici‘.

Gli eventi di Brasilia, l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti nel gennaio 2021 e gli arresti nel dicembre 2022 in Germania di 25 persone che cercavano di ristabilire il Reich tedesco sono collegati al crescente fascismo transnazionale, al razzismo e all’estremismo, avvertono i deputati. Sottolineano l’importanza di regolamentare le piattaforme dei social media per prevenire la disinformazione e l’incitamento all’odio.

La risoluzione è stata adottata con 319 voti favorevoli, 46 contrari e 74 astenuti. Per maggiori dettagli sarà disponibile il testo completo qui. (19.01.2023)

La situazione dei giornalisti in Marocco, in particolare il caso di Omar Radi

Il Parlamento esorta le autorità marocchine a rispettare la libertà di espressione e la libertà dei media ea garantire processi equi ai giornalisti detenuti, in particolare Omar Radi, Souleimen Raissouni e Taoufik Bouachrine. I deputati chiedono il loro immediato rilascio provvisorio e chiedono la fine delle vessazioni nei confronti di tutti i giornalisti nel paese, nonché dei loro avvocati e familiari.

Inoltre, condannano fermamente l’uso improprio delle accuse di violenza sessuale da parte delle autorità marocchine come un modo per dissuadere i giornalisti dallo svolgere il loro lavoro. Esortano inoltre il paese a porre fine alla sorveglianza digitale dei giornalisti, anche tramite lo spyware Pegasus, e chiedono Unione Europea Stati membri di interrompere l’esportazione di tecnologia di sorveglianza in Marocco, in linea con il regolamento UE sui prodotti a duplice uso.

I deputati sono profondamente preoccupati per le accuse secondo cui le autorità marocchine avrebbero corrotto membri del Parlamento europeo e chiedono l’applicazione delle stesse misure applicate ai rappresentanti del Qatar. Si impegnano a indagare a fondo e ad affrontare i casi di corruzione che coinvolgono paesi terzi che cercano di acquisire influenza nel Parlamento europeo.

Infine, la risoluzione invita l’UE e i suoi Stati membri a continuare a sollevare casi di giornalisti detenuti e prigionieri politici presso le autorità marocchine e a utilizzare la loro influenza per cercare miglioramenti concreti della diritti umani situazione nel paese.

La risoluzione è stata adottata con 356 voti favorevoli, 32 contrari e 42 astenuti. La versione completa sarà disponibile qui. (19.01.2023)

Le conseguenze umanitarie del blocco in Nagorno-Karabakh

Il Parlamento deplora la grave crisi umanitaria causata dall’attuale blocco del corridoio Lachin nel Nagorno-Karabakh da parte di sedicenti ambientalisti dell’Azerbaigian. Poiché il corridoio è l’unica strada che collega la regione devastata dalla guerra con l’Armenia e il mondo esterno, i deputati esortano l’Azerbaigian a riaprirlo immediatamente, al fine di consentire la libertà di movimento e garantire l’accesso a beni e servizi essenziali per i più vulnerabili.

La risoluzione sottolinea la necessità di un accordo di pace globale tra Armenia e Azerbaigian che garantisca i diritti e la sicurezza della popolazione armena del Nagorno-Karabakh. Chiede che alle organizzazioni internazionali sia concesso l’accesso all’area, al fine di fornire la necessaria assistenza umanitaria, nonché a un’ONU o OSCE missione conoscitiva per recarsi nel corridoio Lachin per valutare la situazione umanitaria sul campo.

Inoltre, i deputati condannano l’inazione dei “peacekeeper” russi presenti nell’area e ritengono che questi debbano essere sostituiti dai peacekeeper internazionali dell’OSCE. Incoraggiano inoltre l’UE a garantire che gli abitanti del Nagorno-Karabakh non siano più tenuti in ostaggio dall’attivismo di Baku, dal ruolo distruttivo della Russia o dall’inattività del gruppo di Minsk.

La delibera è adottata per alzata di mano. Sarà disponibile per intero qui. (19.01.2023)

Da un’altra testata giornalistica news de www.europeantimes.news

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