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La sonata di Mozart allevia le crisi epilettiche

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.

Un brano in particolare di Mozart, la Sonata per due pianoforti in re maggiore, allevia le crisi epilettiche. Un nuovo studio mostra a cosa sono dovute queste proprietà terapeutiche, scrive la rivista Nature.

Durante il loro studio, i ricercatori hanno suonato il brano musicale a 16 pazienti affetti da epilessia. Sono dotati di impianti cerebrali che misurano la loro attività neurale. In questo modo gli specialisti hanno potuto osservare un particolare tipo di impulso elettrico, noto come IED, che è associato all’epilessia e può provocare convulsioni.

“Abbiamo notato differenze significative nell’attività cerebrale dei pazienti che ascoltavano la Sonata per due pianoforti di Mozart e la 94a sinfonia di Haydn. Se il primo ha ridotto l’attività epilettiforme del 32%, il secondo l’ha aumentata del 45%”, spiega il Prof. Ivan Rettore dell’Università Masarikova di Brno, Repubblica Ceca.

Gli esperti hanno definito l’effetto terapeutico della musica su questa malattia “l’effetto Mozart del K448”. Secondo loro, si possono ascoltare solo 30 secondi di questo brano classico per ridurre i livelli degli impulsi IED.

Un altro studio afferma che una melodia preferita non solo può lenire la sofferenza mentale, ma anche alleviare il dolore fisico. I dati mostrano che quattro persone su dieci che soffrono di dolore cronico (come la lombalgia) trovano sollievo dai loro sintomi ascoltando canzoni di Robbie Williams o Elton John.

Si scopre che i giovani sono perfettamente influenzati dalla cosiddetta “musicoterapia” perché hanno un tasso di successo di 66. Lo studio ha coinvolto 1.500 persone di età compresa tra i 16 e i 24 anni. Quasi il 21% dei volontari ha trovato sollievo nell’ascoltare alla musica popolare.

Secondo David Bradshaw dell’Università dello Utah, “Le persone con dolore cronico hanno bisogno di trovare qualche attività che le mantenga impegnate”. Crede che ascoltare la musica preferita sia un ottimo strumento perché attiva sia i pensieri che i sentimenti. Secondo i ricercatori, se una persona può immergersi nella musica, questo lo aiuterà senza dubbio a prendere le distanze dalle sue sofferenze sia mentali che fisiche.

Da un’altra testata giornalistica news de www.europeantimes.news

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